lunedì 3 dicembre 2012

Impara l'arte e mettila da parte - Filippo il voltatore (secondo tempo)

La notizia di Filippo trascinato via di peso dall’udienza fa il giro della città in tre balletti e lui si tappa in casa per la vergogna.
Ma qualche tempo dopo ai consoli gli ribolle le chiare e lo mandano a chiamare:
"Filippo, noi ci s’è ripensato e forse siamo stati precipitosi, gli altri sistemi proposti non ci sembrano fattibili, ma del tuo così a scatola chiusa, senza un progetto, non ci si fida; tu capisci Filippo, noi ti si darebbe anche il lavoro, ma se tu ci fai vedere almeno un disegno"
"no, il disegno no"
"o perché?"
"ora ve lo spiego: ecco qui un uovo, ce la fate voi a farlo stare ritto?"
I consoli, sempre più perplessi, tentano la prova ma l’uovo ruzzola da tutte le parti finché Filippo non gli dà un colpo sul fondo e lo fa rimanere ritto:
"bellino sì che tu sei, così ci riusciva anche a noi!"
"ecco appunto, se vi facessi vedere il disegno vi riuscirebbe anche a voi di voltare la cupola"

I consoli decidono di fidarsi del pazzo ma fino a un certo punto: infatti gli fanno allogagione dell’opera ma solo fino a 12 braccia d’altezza e gli appiccicano alle costole un certo Lorenzo, scultore paradisiaco ma digiuno di architettura, in qualità di inventore al pari di Filippo e con la stessa paga.
I due si sono già incrociati qualche anno prima, quando hanno partecipato al concorso per le porte del battistero; i consoli avevano deciso di affidare il lavoro a entrambi, ma Filippo, tigna com’è, aveva rifiutato dicendo che se lo volevano gli dovevano dare tutto il lavoro perché lui non intendeva dividere la gloria con nessuno.

Quando viene a sapere che i consoli gli hanno rifatto lo scherzo, Filippo piglia una furia e se non fosse che la cupola se la sogna anche la notte li manderebbe tutti a spagliare:
"occome, io fo tutto il lavoro e lui si spartisce con me l’onore e i quattrini? eh ma a questo giro li bùggero io, ora questo tu vedi come lo sistemo"
Appena il lavoro arriva a un punto cruciale piglia e si dà malato; il cantiere naturalmente si ferma, i capomastri vanno a casa sua e lo trovano a letto che si rammarica:
"oioioi questo fianco che dolore! Caterina, portami i pannicelli caldi! ditemi signori, che c’è?"
"Filippo, da quando tu sei malato la fabbrica s’è bloccata, noi ci s’ha bisogno di sapere cosa si deve fare"
"o non avete Lorenzo? che faccia un po’ lui"
"gli s’è bell’e chiesto, ma lui non vuol far nulla senza te"
"eh, ma lo farei ben io senza lui"

I consoli capiscono l’antifona e si convincono che se vogliono questa benedetta cupola devono lasciarlo fare a modo suo, per cui gli levano Lorenzo di torno e lo nominano governatore e capo a vita di tutta la fabbrica.
Filippo finisce la cupola e fa il modello per la lanterna con cui vince il concorso, ma non campa abbastanza per vederla finita; lascia però nel suo testamento le istruzioni precise da seguire perché altrimenti la fabbrica sarebbe ruinata.
Evidentemente il pazzo aveva ragione, perché son passati più di 500 anni e la cupola è ancora ritta.


Glossario
in tre balletti: alla svelta
ribollire le chiare: ripensarci sopra
tigna: persona difficile da trattare
a spagliare: affanculo
a questo giro: stavolta
buggerare: fregare


3 commenti:

  1. :-D

    se n'aspetta un altro, ora, tra un panettone e un pandoro!

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  2. Ohhh, m'ero persa la seconda puntata! Cristoforo Colombo! Troppo bella. Ma tu sei una super ganza. Adesso devi farci la storia del Giotto o di quel fighetto del Lorenzo il Magnifico....quanto mi piace la tua versione.....dagliele secche!
    Un bacione grande, Pat

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  3. Dagnene, no dagliele. Così, siam precisini noi.

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