mercoledì 31 ottobre 2012

La siliconata feat. Dr Jeckill & Mr. Hyde

- Te lo dico per l'ultima volta, devi smetterla di andare all'ipercoop quando ci sono gli sconti sugli stampi di silicone, che questo pensile sta traboccando!

- Ma dai, non prendono tanto posto! Lo vedi, si ripiegano uno dentro l'altro. E poi quello da plum cake mi serviva proprio.

- Infatti... sbaglio o ne avevi già uno?

- Ma questo è di misura totalmente diversa!

- Seee... due centimetri di meno in lunghezza e mezzo in larghezza, capirai...

- E poi questo ha il fondo liscio, non scanalato come quello che avevo già, così lo posso usare anche per una bavarese o qualcos'altro da rovesciare.

- E quell'altro che hai comprato, quello a ciambella pieno di nervature che pare un turbante, dimmi che ti serviva anche quello!

- Ma di silicone a ciambella non ne avevo mica! E poi è così bello, guardalo! Non è bellissimo? Pensa che meraviglia uno sformato di carciofi fatto qui dentro, magari con la besciamella dentro al buco...

- Mmmm...

- Vero? Ehi, ma che fai? Ma stai masticando!

- Mmmm, buono questo ciambellone, come hai detto che si chiama?

- Kugelhupf. Hai visto che bello? L'ho fatto con quello stampo lì, quello a ciambella. E te che non volevi farmelo comprare!

- E meno male che ti ho fermata, t'ho vista sai che avevi già puntato quello multiplo da muffin, che già abbiamo quelli singoli. Senti, e quella treccia brioche che hai fatto ieri nello stampo da plum cake?

- Se l'è finita la creatura.

- Peccato. Quando la rifai?


martedì 23 ottobre 2012

I' Giglio parlante - Lezioni di fiorentino per forestieri

I verbi a modo nostro

Buongiorno ragazzi. Seduti, grazie.
Bibixy, te per favore puliscimi la lavagna perché oggi ci ho da scrivere un monte.
Allora, oggi vi parlerò di quei verbi che possono essere fonte di perplessità per il forestiero che si trovi a sostenere una conversazione con un nativo perché in fiorentino hanno un significato molto diverso da quello che hanno in italiano.
Andiamo subito a fare un esempio: in italiano giovarsi significa avvalersi, approfittare, in fiorentino vuol dire utilizzare qualcosa senza provare schifo, principalmente sotto il profilo igienico.
Ci ho bevuto io in questo bicchiere, che te ne giovi?
Maremma la zia che figurucce la ci fa fare: tutte le volte che si va a trattoria la ripassa i'bicchiere e le posate co' i'tovagliolo perché la 'un se ne giova.
Dal verbo derivano anche gli aggettivi giovevole e ingiovevole.
In qui' bar c'è un bagno che l'è veramente ingiovevole, ma che 'un lo puliscan mai?

Imparentarsi in italiano significa acquisire dei legami di parentela con un'altra persona, principalmente tramite matrimonio, in fiorentino è la saldatura tra due oggetti metallici che si crea per via della ruggine.
E sai, t'hai voglia a pigiare, questo bullone non c'è verso di svitarlo, lo vedi che s'è imparentato co' i'dado?, dice il trombaio* al bardotto** mentre lavora su un'acquaio degli anni '50.

Mentre in italiano sortire significa ottenere un risultato, a Firenze vuol semplicemente dire uscire.
Via, ora sortimi di tra ' piedi che ci ho da fare, dirà correttamente la mamma al figliolo molesto e petulante (ogni riferimento a figlioli realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale).
E come disse un conoscente pratese reduce da un viaggio a Parigi: "mah, son arrivato all'aeroporto e l'era pieno di cartelli con scritto SORTIE e ho detto ma che siamo sbarcati a Galciana (frazione di Prato, ndr)?"

Nel resto d'Italia si rinnova un abbonamento oppure l'arredamento del salotto, a Firenze si rinnova un par di scarpe quando le si indossano per la prima volta.

E se governare vuol dire amministrare uno stato, nelle campagne fiorentine si governano i polli quando gli si dà il becchime e, per estensione, la moglie quando si assolve all'obbligo coniugale.
O sposa, beato chi la governa!, sarà il rustico ma sincero apprezzamento lanciato dal villico all'indirizzo della piacente signora.

Se poi state facendo merenda con un bel panino con la finocchiona e a un tratto sentite il vostro amico fiorentino che sbotta: "o ma qui che si mura a secco?" non pensate che gli siano venute delle improvvise manie di costruzione, versategli un bicchier di vino e vedrete che si cheta.

*che il trombaio l'è l'idraulico credo che lo sappiano anche i sassi
**in italiano, il figlio di un cavallo e di un'asina; in fiorentino, l'aiutante


mercoledì 17 ottobre 2012

I' Giglio parlante - Lezioni di fiorentino per forestieri

Ovvìa, ora con la grammatica direi che s'è finito, sicché si passa a qualcosa di più divertente, visto che il mio collega ha già fatto anche la ricreazione. No ragazzi, non si parlerà di parolacce, ma di lessico in generale.
Fondamentalmente, essendo il fiorentino il trisavolo dell'italiano, le differenze principali sono costituite da quei vocaboli che in italiano son classificati come desueti e invece qui in riva all'Arno non solo son rimasti vivi, ma godono di ottima salute.
Partiamo quindi con il primo argomento e cioè:

Il tempo a modo nostro

Dianzi.
Senti che bella parola che l'è.
Macché poco fa, macché or ora: dianzi.
Secondo la Treccani "fuori di Toscana non è comune ed è sentito come letterario"; qui, l'adopra anche il bottegaio:

Sora Maria, dianzi m'hanno portato un prosciutto di' Casentino bello tirato come Cristo comanda. Che glien'ho a fare un par d'etti?

E da bottegai quali appunto siamo sempre stati non si usano tre parole (l'anno scorso) quando ne basta una:

Sì vai Beppino, ma tagliamelo a mano, mi raccomand'a te. Senti, ma quell'olio di Tavarnelle che presi anno?

E siccome s'è inventato le banche e la precisione non ci fa difetto, se si parla di due anni fa:

L'ho bell'e riordinato; dice che quest'anno l'è mondiale, meglio di quello d'anno e anche di quello d'anno di là, che l'era speciale.

Due giorni fa è ier l'altro, non l'altro ieri, tra due giorni non è dopodomani ma doman l'altro; per dire tra una settimana i vecchi usano ancora oggi a otto.

Poi c'è il soccorso di Pisa, per indicare chi arriva tardi per dare una mano a fare qualcosa: l'è arrivato i' soccorso di Pisa, dirà la famiglia che alla fine di una giornata di sgombero vede presentarsi l'amico proprio quando l'ultimo dei cinquanta scatoloni è appena stato portato su per sei rampe di scale (il modo di dire risale alla prima crociata, nella quale i genovesi si fecero un culo così mentre i pisani arrivarono a Gerusalemme bell'e conquistata*).

Chi invece fa tardi per un qualsiasi avvenimento, allora si dice che l'arriva dopo i fochi.
Come sarebbe a dire, quali fochi? I fochi non c'è bisogno di specificare, son solo quelli di San Giovanni, quelli che portano tutta la città sui lungarni a naso ritto e a bocca aperta, a fare oh e ah per poi naturalmente concludere che, comunque, l'eran meglio quelli d'anno.

*poi dice che siamo noi che la ci s'ha coi pisani

mercoledì 3 ottobre 2012

I' Giglio parlante - Lezioni di fiorentino per forestieri

Pronomi personali
Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.
E allora, dopo la lezione di grammatica sugli aggettivi dimostrativi, vai coi pronomi personali:
io
te tu
lui l'/lui e'/lei la
noi
voi vu
loro

Dice, e indo' sarebbe il duro? Eccolo.

Forma affermativa
Te tu sei brutto, lui e' puzza, lei l'è gobba, lui l'ha la testa grossa. Insomma voi vu fate schifo.
(bella combriccola)

Forma negativa
Siccome te 'un tu sei attento (e non te tu 'un, capito Bibixy?), lui e' 'un capisce e lei la 'unn'è intelligente, voi 'un vu sapete fa' proprio nulla.
(si possono omettere i te, lei, lui, voi senza danneggiare né il significato né la pochezza della combriccola)

Forma interrogativa
Icché tu dici? Secondo te indo' la va? E lui, indo' '* va? Ocché l'è scappato? Icché vu fate, gli correte dietro?
(visti i soggetti, io li lascerei serenamente andare)
*i due apostrofi accanto non sono un errore, il secondo rappresenta la e' che è appena accennata.

Allora? Era abbastanza duro? Sì, eh?
Via, ancora una noticina svelta e poi per oggi la s'abbozza.

Pronomi possessivi
Sono uguali all'italiano tranne che per il plurale della prima, seconda e terza persona, stavolta un retaggio del latino anziché dell'etrusco.
"Ah guarda, io mi fo sempre gli affari mia", dice la ciana dandosi di gomito con l'amica.
"Piglia tutte le cose tua e portatele via", dice la moglie al marito beccato in flagranza di corna.
"Ma possibile che nessuno si faccia mai i c***i sua!", dice la Perla da quando è nata.